Come si forma la Personalità (prima parte)


Esiste nella natura umana una predisposizione genetica di risposta agli stimoli interni e ambientali, esiste cioè, un certo temperamento geneticamente determinato, che può variare da individuo a individuo. Il temperamento è quindi un insieme di disposizioni comportamentali che riflettono una certa variabilità biologica.
Tuttavia, pur nascendo con certe caratteristiche temperamentali, ogni individuo, durante il proprio percorso evolutivo, forma una certa Personalità. La personalità, quindi, si sviluppa e si struttura nel tempo attraverso un processo che integra le caratteristiche innate con le esperienze di relazione ed interazione ambientale e culturale.
Da circa 40 anni la Infant Research, gli studi sulle relazioni di attaccamento, le neuroscienze e recentemente, anche l’epigenetica, dimostrano l’importanza delle prime relazioni affettive, come queste organizzano il substrato neurale della personalità futura. L’accento è posto fin dalla nascita. L’importanza è data alla capacità del caregiver (chi si prende cura) di sintonizzarsi con i bisogni primari del piccolo che, in fase neonatale riguardano soprattutto il contatto fisico-uditivo-cinestesico e che facilitano la nutrizione, l’addormentamento e la vigilanza, ponendo il neonato in uno stato (psicofisiologico) di calma e di sicurezza. Questa modalità di interazione tra le parti, permette al piccolo una buona regolazione neurofisiologica, una sana maturazione e crescita del sistema nervoso. Si iniziano così, a formare nel tempo, nuove connessioni neurali e ogni pattern (schema neurale) rappresenta un circuito di esperienze apprese
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Dunque, questi nuovi processi di attivazione di regolazione affettiva rimangono impressi nella memoria episodica e, poi, immagazzinati nella memoria autobiografica e sono potenzialmente attivi tutta la vita. 
Potenzialmente attivi tutta la vita significa che quando un bambino, un adolescente, un adulto sta “male” sa riconoscere il proprio stato e soprattutto sa come e se chiedere aiuto. Ma vale anche al contrario, se un bambino, un adolescente, un adulto sta bene: è gioioso per es., sa e desidera condividerlo, può esplorare l’ambiente, perché è sereno… Ma non finisce qui. Anche se spesso può sembrare il contrario, l’essere umano è un animale sociale, e per sopravvivere ha bisogno di relazionarsi e di stare con i suoi consimili. L’individuo, nel corso della propria esistenza, accumula esperienze di relazione con il mondo (gruppo dei pari, gruppi sociali, gruppi di lavoro, nuovi contesti culturali), ed ha potenzialmente, la possibilità di continuare a formare nuovi “circuiti”, derivati dall’esperienza. Pertanto il proprio modo di pensare, di sentire e di comportarsi non è immutabile nel corso dell’esistenza ma modificabile perché deriva dall’esperienza e dall’adattamento tra i propri bisogni, motivazioni, contesti di vita. Una Personalità sana si mostra, quindi, stabile e flessibile nel corso del tempo, ma soprattutto ha la capacità di stabilire relazioni efficaci e reali.

Per approfondimenti
“Attaccamento e prospettive intersoggettive”, Aringolo, Foggetti -  Franco Angeli (2009)  
“La nascita della intersoggettività” Ammanniti, Gallese - Raffaello Cortina Editore (2014)
“L’evoluzione delle emozioni e dei sistemi motivazionali”, Liotti, Fassone, Monticelli Raffaello Cortina Editore (2017)

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